Vittorio Mangano: chi è lo stalliere di Arcore

Vittorio Mangano

Chi è Vittorio Mangano? Che rapporti intercorrevano tra lo stalliere di Arcore, Silvio Berlusconi e Marcello Dell’Utri? Il racconto di Marco Travaglio per Annozero. Secondo Berlusconi e Dell’Utri si comportò bene ad Arcore e non ebbe condanne definitive. Ma partiamo dal 1974.

Vittorio Mangano: tutta la storia

Dell’Utri, segretario di Berlusconi, cerca un fattore per la villa di Arcore. E lo trova, ma soltanto a Palermo. E’ Vittorio Mangano. Per i carabinieri Dell’Utri lo sceglie pur conoscendo il suo poco corretto passato. Mangano ha soli 33 anni ma aveva già un bel curriculum. Cinque arresti, varie denunce e condanne, assegni a vuoto, truffe, lesioni. Inoltre era diffidato dalla questura come soggetto pericoloso. Gli è stato consigliato da Gaetano Cinà: il proprietario di una lavanderia palermitana, imparentato attraverso la moglie con i boss Stefano Bontade e Mimmo Teresi. Anche lui sarà condannato per mafia. Mentre è ad Arcore viene affiliato alla famiglia di Porta Nuova guidata dai boss Calò e Buscetta e poi diviene il pupillo di Bontade.

Ad Arcore Mangano non fa lo stalliere. Porta a spasso sei grossi mastini napoletani, porta a scuola i figli di Berlusconi, la moglie a fare shopping e il Cavaliere in ufficio. Sempre al tavolo con Berlusconi anche a pranzo. Guadagna cinque volte un magistrato. Nel 1975 scoppia una bomba nell’altra villa di Berlusconi, a via Rovani. In un’intercettazione Berlusconi-Dell’Utri ascoltiamo i due convincersi che sia stato proprio l’ex stalliere d’eccezione a piazzato la bomba. Nonostante ciò Mangano resta al suo posto.