Camorra, Gennaro Ciliberto: “Sono un morto che cammina”

Gennaro Ciliberto

Il testimone di giustizia Gennaro Ciliberto ha permesso alle procure con le sue dichiarazioni di aprire dei procedimenti contro la Camorra, ma ora vive in macchina e senza nessuna protezione. “Scappo come un latitante” – confessa preoccupato – “Sono un morto che cammina”.

Gennaro Ciliberto a Il Fatto Quotidiano

Il racconto di Irene Buscemi:

Gennaro Ciliberto è un testimone di giustizia dimenticato dallo Stato. Da più di venti giorni protesta, a Roma, davanti al Viminale per chiedere un sistema protezione. “Io voglio vivere”, spiega ai microfoni de ilfattoquotidiano.it e aggiunge: “E’ un dovere denunciare, ma anche un diritto essere difesi”. Ciliberto è un ex agente di sicurezza che nel 2011 ha denunciato l’azienda edile dove lavorava per infiltrazioni camorriste. Appalti truccati, soldi riciclati e corruzione di pubblici ufficiali per falsificare controlli. E questo Ciliberto lo racconta agli inquirenti. Le procure lo chiamano, lo considerano attendibile. Eppure nessuno lo protegge dalle diverse minacce che gli arrivano dalla malavita. “Sono considerato il morto che cammina: non sto più di 7 giorni in un posto, fuggo come un latitante e non posso stare con la mia famiglia”, racconta Ciliberto. Grazie a Change.org ha incontrato il viceministro dell’Interno, Filippo Bubbico. A lui sono state consegnate 40mila firme raccolte sulla piattaforma in suo favore. “Io sono una pratica persa nei corridoi della burocrazia, ma sono tre anni che vivo così, non posso più aspettare. Ma se tornassi indietro denuncerei ancora, però lo Stato deve dimostrare di essere più forte della criminalità organizzata”