Riina e il giallo del senatore

In questi giorni si è molto parlato dei colloqui in carcere tra Salvatore Riina e il pugliese Alberto Lorusso, il compagno nell’ora d’aria di quello che fu il capo dei capi. Tutti hanno riportato le parole di Riina su un possibile attentato al pm di Palermo Nino Di Matteo ma ci sono altre cose molto interessanti.

18 novembre del 2013: Totò Riina descrive al suo interlocutore le caratteristiche del mandamento di Corleone, la base del suo potere mafioso. Il boss parla a un certo punto del paese del “Ciliegiaro”. Nella trascrizione dei colloqui fatta dagli investigatori della DIA, alla parola “Ciliegiaro” si apre una parentesi: gli investigatori sottolineano ai magistrati che al Ciliegiaro corrisponde il paese Chiusa Sclafani, ovvero il paese di Renato Schifani.

Non è la prima volta che Riina fa riferimento all’ex presidente del Senato. Il 10 giugno del 2008 Salvatore Riina è a colloquio con la figlia, parlano di ciliegie di Chiusa Sclafani e il vecchio boss ha parole di apprezzamento: “Renato Schifani è una mente”.

Renato Schifani è sotto indagine per concorso esterno in associazione mafiosa. La procura aveva chiesto l’archiviazione, il Gip ha deciso invece che le indagini debbano andare avanti e ora, con le registrazioni dei colloqui in carcere tra Riina e Lorusso il 18 novembre scorso, sentiamo Salvatore Riina dire “il senatore che abbiamo, il paese di lui era mandamento nostro”.

Renato Schifani, dopo la pubblicazione di questo video, ha replicato: “Non ho mai fatto politica prima del 1996 e Riina mi risulta essere stato arrestato nel gennaio del 1993. Inoltre è noto a tutti che sono nato a Palermo, dove ho studiato ed esercitato la mia professione. Questi sono i fatti. Purtroppo, come sempre accade in questo Paese, c’è sempre qualcuno che tenta di intorbidire le acque”.