Parco Verde: l’inferno di Caivano. Microcosmo di droga e omicidi

parco verde caivano
parco verde caivano

Napoli, Parco verde Caivano. Dietro il campetto di calcio c’è un’enorme piazza di spaccio. Bruno Mazza ha un passato con lo spaccio, è stato il braccio destro di un boss della zona. Oggi anima l’associazione di volontariato “Un’infanzia da vivere” per riscattare il futuro di chi vive la zona.

Parco verde Caivano

Eppure, in una sola mattina, nei pressi del campetto di calcio si ritrova a raccogliere trecentocinquanta siringhe. Qui vivono in seimila e di loro il 30% ha precedenti con la giustizia. Solo nell’ultimo anno ci sono stati 20 attentati dinamitardi e 9 morti carbonizzati. La testimonianza di Bruno Mazza: “Tutte le mattine vengo a raccogliere le siringhe”.

Cosa facciamo per Napoli?

L’analisi di Michele Santoro: “Napoli è la provincia più giovane d’Italia. Ha tre milioni di abitanti e 505 mila giovani ma il 56% di questi sono disoccupati. Ma se noi andiamo nei quartieri più a rischio i giovani senza lavoro arrivano al 90%. E quasi tutti sono espulsi da quella scuola che lei Presidente Renzi vorrebbe in cima all’agenda del nostro paese. Dunque cosa facciamo per recuperare loro e i quartieri in cui vivono? Servizi, abitazione decorose, scuole vere con bravi educatori, poliziotti in quantità e soprattutto lavoro. Quello che Papa Francesco chiama ‘stato sociale’. Ma sa, primo ministro, come lo chiama Padoan? Lo chiama spesa pubblica”.

“Questi giovani che vendono droga poi spendono tutto in beni di consumo. Cari benpensanti del Nord e di Napoli dovete sapere che la droga fa parte del Pil, non è uno scherzo”.