Consumismo Apple. La fila interminabile per l’Iphone

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Consumismo Apple. Il 26 settembre in Italia è uscito l’iPhone 6. Nei centri commerciali c’è una fila interminabile di giovanissimi. Hanno passato l’intera notte davanti alle porte dell’Apple Store per possedere per primi il nuovo smartphone da 1000 euro. «Siamo qui dalle 7.40 di ieri mattina, Ma l’iPhone è l’iPhone» raccontano. E la crisi? «Eccome se c’è. Me lo compro con i risparmi che ho messo da parte» risponde un ragazzo, accompagnato dal padre metalmeccanico.

Consumismo Apple

Tra i tanti giovanissimi in fila c’è chi vuole vivere un mito. «Ti fa sentire parte di qualcosa». Chi invece è più schietto: «Lo prendo per moda, perché non me ne frega un cazzo e ho i soldi». All’improvviso gli esponenti di Blocco studentesco lanciano uova e volantini, colpendo le persone in fila. «Ieri trincea e baionetta, oggi un iPhone ti aspetta» è il  motto. La protesta però non ferma i fedelissimi. Fino a quando lo store non apre le porte e una ragazza riesce ad acquistare il primo smartphone, festeggiata dai commessi. Il racconto di Giulia Cerino.

La storia di Sara, licenziata dall’Apple

«Quando mi hanno offerto un contratto a tempo indeterminato, ho pensato: “ho vinto alla lotteria”». Parla Sara, ex dipendente Apple, propostasi come ‘specialist’ sui prodotti e presto spostata al ruolo di ‘creative’. «Il primo giorno ho dovuto fare una corsa per tutto il centro commerciale e battere il cinque ai clienti. Abbiamo dovuto allestire il nostro store, facendo facchinaggio per 4 giorni. Ma eravamo felici perché la vivevamo come se fosse la nostra seconda famiglia».

Le cose vanno così per i tre mesi successivi. «L’11 settembre mi viene comunicata la fine del nostro rapporto di lavoro. Ero stata licenziata per il mancato superamento della fase di prova. In realtà, svolgevo qualsiasi mansione tranne quella per cui ero stata assunta». Alla fine i licenziati sono sei: «Mi hanno chiesto se volevo uscire dalla porta anteriore o posteriore. Ho scelto di uscire davanti. Sono stata scortata».