Travaglio sull’immigrazione: “Se rubi ti teniamo, se lavori ti cacciamo”

Travaglio sull'immigrazione
Travaglio sull'immigrazione

L’analisi del direttore de Il Fatto Quotidiano Marco Travaglio sull’immigrazione. “Qualche anno fa a Milano hanno arrestato un francese. Il magistrato gli ha chiesto? Perché viene in Italia a rubare? E lui rispose: se faccio la stessa cosa nel mio Paese mi rovinano”, Marco Travaglio spiega la schizofrenia che c’è in Italia sulla gestione dei flussi migratori.

Marco Travaglio sull’immigrazione

“In questi anni abbiamo perso l’occasione di mantenere quelli che vogliono venire in Italia a lavorare e abbiamo dato una grande occasione a chi vuole venire a delinquere” dice “Abbiamo uno Stato che non è serio, che non fa rispettare le regole. Questo si sa perché c’è un passaparola e gli stranieri sanno quali sono i Paesi che trattano seriamente questi argomenti e quali quelli cialtroni. E di solito, se vogliono un Paese cialtrone, scelgono l’Italia”.

Una legislazione criticabile

“Come mai le parole “clandestino” ed “extracomunitario” esistono solo in Italia?” Pape Diaw parte dalla terminologia usata per indicare gli immigrati per criticare la legislazione che regola il fenomeno nel nostro Paese. “Fino a due anni fa coloro che arrivavano con i barconi venivano per cercare lavoro. Ora sono soprattutto richiedenti asilo e rifugiati politici. Quindi non è possibile per le persone che non fanno parte di queste due categorie entrare nel territorio”.  Poi si scaglia contro la legge Bossi-Fini: “È la peggior legge che questo Paese abbia mai avuto”.