L’integrazione a Tor Pignattara. Una preghiera dal marciapiede

integrazione a tor pignattara
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Roma, l’integrazione a Tor Pignattara. Via della Marranella è invasa dalle frutterie. Il 70% di queste gestite da bengalesi, dove merce di terza scelta venduta a prezzi stracciati. Di notte i locali si trasformano in spacci di alcool dove vengono vendute bottiglie di birra a qualsiasi ora della notte, ignorando ogni ordinanza comunale.

Ma è solo uno dei problemi del quartiere. A Tor Pignattara non c’è neppure lo  spazio per la preghiera dei musulmani. Solo una piccola stanza adibita a moschea, non basta per contenerli tutti. Fuori su un lungo telo verde, steso lungo tutto il marciapiede, a decine si inginocchiano per pregare. “Senti che puzza?”, dice una ragazza italiana commentando la loro preghiera.

Borghezio sull’integrazione

L’analisi dell’eurodeputato leghista. “I clandestini sono troppi. Non sappiamo chi sono, cosa fanno, quali sono i loro precedenti. Vogliamo ammettere che tra questi ci sarà qualche figlio di buona donna? Sono tutti angeli?  Quello che è successo al pakistano ucciso a Tor Pignattara rappresenta uno dei tanti momenti in cui un comportamento scatena le reazioni di gente che si sente assediata perché in certi quartieri di Roma è così”.