Banda della Magliana, parla Antonio Mancini: “La droga è potere”

banda della magliana
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Antonio Mancini è l’ex “accattone” della banda della Magliana e ora si racconta a Sandro Ruotolo. “Ho iniziato a rubare a 12 anni. C’è stata una ribellione interiore improvvisa. Ero stanco di vedere mio padre inginocchiarsi davanti al politico di turno. Poi ci sono state le rapine e abbiamo iniziato a spacciare la cocaina. Siamo entrati nel mondo dello spettacolo, nei night dove vedevamo che c’era un bel giro di droga. E così abbiamo iniziato a portare sui marciapiedi di Roma la polvere bianca. Poi ho fatto quattro omicidi, cioè quanto bastava per prendere Roma. Alla fine sono stato arrestato. Se tu spari oggi e spari domani alla fine ci sbatti il muso. Quelli che non venivano arrestati erano quelli che scendevano poco in campo”.

E su Mafia Capitale dice: “Ritrovo il radicamento nel territorio tipico della banda della Magliana. Sostengono che non facevano droga: ma dai! Tu oggi se vuoi comandare devi avere la droga: la droga è potere”.

Carminati e la Banda della Magliana

Nella ricostruzione il racconto del personaggio chiave di Mafia Capitale. “Una banda di straccioni e accattoni. Per carità sanguinari eh, perché ammazzavano la gente senza nemmeno discutere. La mattina si decideva se uno doveva ammazzare qualcuno la sera. L’unico vero capo che c’è mai stato della Banda era er Negro: Franco Giuseppucci”.

La docufiction di Servizio Pubblico a cura di Walter Molino.