Ostia criminale: lo Stato non vuole intervenire

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Ostia criminale. Gaetano Pascale, ex poliziotto della squadra mobile di Roma, nel 2003 era arrivato a mettere gli occhi sulla mafia di Ostia, prima dell’inchiesta Nuova Alba del 2013, ma qualcuno lo ha fermato. A un altro agente è toccata la stessa sorte: Piero Fierro, anche lui oggi è fuori dalla polizia.

“Nel 2003 eravamo arrivati alle stesse conclusioni del 2013” dice a Stefano Maria Bianchi “C’è stato un solo problema: c’hanno fermato. La mafia e la politica dividono lo stesso territorio. O si mettono d’accordo o si sparano. Voi avete mai visto un politico sparato a Roma?”.

L’inchiesta su Ostia criminale

Il mare di Roma è Ostia e chi ci mette le mani fa un sacco di soldi. Una spiaggia in concessione, qui, vale milioni di euro. Cleto Di Maria da anni gestisce un bar nello stabilimento balneare in concessione a Mauro Balini, direttore del porto. Di Maria è stato condannato per narcotraffico perché beccato in Brasile con 250 chili di cocaina. “Non ho mai trafficato a Roma, solo là”. Ma forse non dice tutta la verità. Secondo le indagini quella droga la doveva portare in Italia al porto di Fiumicino.

I documenti bruciati in Municipio

La concessione della spiaggia Hakuna Matata di Ostia, intestata al direttore del porto Mauro Balini, è stata prorogata fino al 2020. Da anni lì ci lavora Cleto Di Maria, condannato per narcotraffico. Stando alle carte dei magistrati da anni gestiva il bar dello stabilimento. Nessuno, al Comune, ha controllato la certificazione antimafia di Di Maria. Perché? Stefano Bianchi va a chiedere spiegazioni, senza ottenerle. Una settimana dopo un incendio divampa nell’ufficio ambiente del Comune. In cenere finiscono alcune pratiche delle concessioni delle spiagge.