Eutanasia: le storie di chi non può morire in Italia

Per chi non può "essere libero fino alla fine"

Eutanasia: Fabio Antoniani, in arte Dj Fabo, è morto nella clinica svizzera “Dignitas” col suicidio assistito il 27 febbraio 2017. Ne ha dato l’annuncio Marco Cappato: “Fabo è morto alle 11.40: ha scelto di andarsene rispettando le regole di un paese che non è il suo”. Fabo, 40 anni compiuti da poco, aveva chiesto di poter morire al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, chiedendo di poter decidere della sua vita, ma al momento della sua morte in Italia ancora manca una legge sull’eutanasia. “Sono finalmente arrivato in Svizzera e ci sono arrivato, purtroppo, con le mie forze e non con l’aiuto del mio Stato. Volevo ringraziare una persona che ha potuto sollevarmi da questo inferno di dolore, di dolore, di dolore. Questa persona si chiama Marco Cappato e lo ringrazierò fino alla morte. Grazie Marco. Grazie mille” sono queste le ultime parole che Fabo aveva affidato la mattina a Twitter.

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La storia di Dominique

Anche per Dominique Velati, affetta da un tumore incurabile, non è stato possibile “essere libera fino alla fine” in Italia, e ha scelto di andare a morire all’estero. Qui si racconta a Giulia Innocenzi, nel giorno prima della partenza per la Svizzera: “Per me ci vuole più coraggio ad affrontare la malattia e a fare la chemio. È una lotta impari. Ho avuto la possibilità di fare questa scelta, anche grazie a Marco Cappato e all’Associazione Luca Coscioni“. Velati, che milita nel Partito radicale da trent’anni e nella sua vita si è sempre battuta per la libertà, lancia un appello agli italiani: “Parliamone! Parliamone! Parliamone! La vostra vita vi appartiene, e quindi anche la morte. Perché averne paura?”.

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