Caccia, Caretta (Confavi): “I cacciatori curano la natura. Meno giovani? Disinformazione animalista”

Caccia, l'intervista a Maria Cristina Caretta

Maria Cristina Caretta è presidente di Confavi, la confederazione delle associazioni venatorie italiane.
“Mi sono avvicinata alla caccia in età adulta grazie a un amico. La caccia mi ha insegnato a diventare parte integrante della natura” spiega.
“Il cacciatore è il vero gestore del patrimonio faunistico e dell’habitat naturale. Un albero da frutto perché dia frutti rigogliosi deve essere gestito, curato e potato dall’uomo. Così facciamo noi cacciatori sul patrimonio faunistico” racconta nel faccia a faccia con Giulia Innocenzi.
Nel parco del Gran Paradiso, secondo Caretta, si è perso il 90% del patrimonio faunistico perché la legge ha vietato di uccidere il 10% degli animali. “C’erano troppi esemplari e così è scoppiata un’epidemia di rogna che decimato la specie. Non era meglio salvarli cacciando?” chiosa.

 

Cacciatori vs 100% animalisti

Maria Cristina Caretta commenta poi le immagini della fiera “Hit show” di Vicenza.
“Gli attivisti di 100% animalisti? 15 persone dentro a un recinto per una manifestazione nazionale.
Ogni volta che attaccano la caccia dimostrano la loro pochezza” commenta.
“Urlavano insulti violenti nei confronti di una categoria che va rispettata: siamo cittadini di serie A, con la fedina penale pulita. Vorrei vedere se loro possono dire lo stesso”.

La caccia e i giovani

“In Italia siamo diminuiti come numero perché la legislazione italiana è la più restrittiva di tutta Europa. Ma ci sarà sempre futuro per la caccia, perché rappresentano un valore economico per lo Stato” spiega Maria Cristina Caretta. E sui giovani, che sembrano meno interessati alla caccia: “È stato fatto un lavoro di disinformazione degli animalisti, a partire dalle scuole. Hanno dato un’immagine sbagliata del mondo venatorio.