Cesare Battisti, la lettera del giudice antiterrorismo Armando Spataro a Le Monde

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Ecco un estratto dell'articolo pubblicato da Le Monde

Sul caso di Cesare Battisti e sulla sua possibile estradizione tornata di stretta attualità, pubblichiamo la lettera che nel 2011 Armando Spataro, giudice antiterrorismo e pubblico ministero titolare delle indagini che portarono alle condanne dell’ex terrorista del gruppo Proletari Armati per il Comunismo, inviò a Le Monde.

Armando Spataro

Armando Spataro a Le Monde: la lettera su Cesare Battisti

Ecco un estratto dell’articolo pubblicato da Le Monde il 18 febbraio 2011:

Voltaire sosteneva che la libertà di espressione va tutelata, specialmente quella di chi non la pensa come noi. Io sono naturalmente d’accordo, ma le offese e le falsità sono una cosa diversa. Gli amici dell’assassino Cesare Battisti possono continuare ad aiutarlo fino all’eternità, anche con presunzione o leggerezza, ma non hanno il diritto di diffondere falsità sul suo caso e di offendere la giustizia italiana che ha pagato con il sangue la difesa della democrazia negli anni di piombo. […] Chiedo ospitalità per ristabilire la verità così profondamente manipolata.

1) Battisti non è un estremista perseguitato in Italia per le sue idee politiche, ma un criminale comune che si è politicizzato in carcere, commettendo poi rapine, ferimenti ed omicidi. Egli venne arrestato nel giugno 1979 in una base terroristica di Milano, piena di mitra, pistole, fucili e documenti falsi: la prima condanna che subì riguardava solo il reato di banda armata nonchè il possesso delle armi di cui fu trovato in possesso, ma fu aperta subito (non nel 1982) anchel’indagine per gli omicidi ed i ferimenti commessi dai Proletari Armati per il Comunismo (PAC).

2) Battisti, uno dei capi dei PAC (sebbene madame Vargas lo neghi), è stato poi condannato all’ergastolo per molti gravi reati, tra cui anche 4 omicidi: in due di essi, omicidi del maresciallo Santoro (Udine,6.6.1978) e del poliziotto A. Campagna (Milano,19.4.1979), egli sparò materialmente alle vittime; in un terzo (L.Sabbadin, macellaio, ucciso a Mestre il 16.2.1979) svolse il ruolo di “palo” in aiuto dei killer; per il quarto (P.Torregiani, Milano,16.2.1979) partecipò alla decisione ed organizzazione del fatto. Il gioielliere e il macellaio furono “giustiziati” per ritorsione(avendo reagito con le armi a rapine che essi avevano subito), i due poliziotti solo perché facevano il loro dovere. […]

4) E’ assolutamente ridicolo e falso che siano stati accertati, nel caso Battisti, casi di tortura. Subito dopo l’omicidio del gioielliere Pierluigi Torregiani, fu individuato uno degli autori del fatto. Duesuoi parenti ed alcuni degli arrestati resero dichiarazioni fondamentali a carico degli assassini che,però, cercarono di ritirare due giorni dopo, affermando che erano state loro estorte con torture. Igiudici che si occuparono del caso – non io – accertarono facilmente che quelle denunce erano false e strumentali.

5) Battisti non è stato condannato solo per le accuse del pentito Mutti. Ma anche grazie a molte testimonianze ed alle successive collaborazioni di altri ex terroristi. Nella base dove fu arrestato nel’79, si trovarono anche i documenti di rivendicazione degli omicidi. La verità, dunque, sta scritta nelle sentenze. […]