Commissione banche, Visco: “Renzi mi chiese di Etruria, non risposi. Da Boschi nessuna pressione”

Le parole del governatore della Banca d'Italia. La diretta

Commissione banche: la diretta di oggi 19 dicembre

Il governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco, in commissione banche racconta che l’ex premier Matteo Renzi chiese informazioni sulla crisi di Banca Etruria ma il numero uno di Via Nazionale non rispose alla domanda. E ancora.  L’allora ministro Maria Elena Boschi incontrò per due volte il vice di Banca d’Italia dg Fabio Panetta al quale “manifestò il dispiacere e le preoccupazioni sulle conseguenze della crisi di Banca Etruria sul territorio”. Secondo Visco dalla Boschi “ci fu una richiesta legittima di interesse sulla questione, per le ripercussioni sul territorio” della crisi del credito. Quella di Renzi, ha ribadito Visco, “mi è sembrata una curiosità piuttosto che una richiesta di valutazione, cosi non si è entrati in questioni di vigilanza in questi incontri”.

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Commissione banche: l’audizione di Visco

L’ex premier Matteo Renzi, nei suoi incontri nel 2014 con il governatore della Banca d’Italia Ignazio Visco “certamente una domanda la fece” in merito alla questione di Banca Etruria, “e io non risposi”. “Ad aprile del 2014 – ha spiegato Visco – c’è stato un terzo incontro con Renzi a palazzo Chigi, erano presenti Delrio e Padoan. Parlammo di economia italiana e mondiale, poi Renzi chiese perchè quelli di Vicenza erano interessati a Banca Etruria. La presi come una battuta, collegata agli orafi di Vicenza e Arezzo che fanno la stessa attività”. “In una seconda occasione – ha aggiunto Visco – per presentargli il direttorio della Banca d’Italia, Renzi mi chiese di parlare delle banche in difficoltà e io risposi che su questo parlo solo con il ministro. Da parte mia non ci fu nessuna tentazione di rispondere ma lui la domanda la fece”.

Ignazio Visco in commissione d’inchiesta ha parlato degli incontri tra l’allora ministro Maria Elena Boschi e il vice di Banca d’Italia dg Fabio Panetta. Due incontri durante i quali Boschi “manifestò il dispiacere e le preoccupazioni sulle conseguenze della crisi di Banca Etruria sul territorio”. Panetta riferi’ “a me e al dg Rossi dei brevi colloqui”, nei quali “non ci fu richiesta di interventi e non si parlò di questioni di vigilanza”.  Visco rispondendo alle domande di alcuni commissari che gli chiedevano se avesse percepito un’insistenza da parte dell’allora premier Matteo Renzi nelle sue richieste su Banca Etruria ha precisato di non aver notato “insistenza”. “Ho avuto la richiesta del presidente del Consiglio Renzi che mi e’ sembrata divertente, quella degli orafi di Arezzo con gli orafi di Vicenza, ma niente di più. Poi Panetta ha incontrato il ministro Boschi, ma per una richiesta di informazioni e non ci fu nessuna richiesta di fare qualcosa”. Quella di Renzi, ha ribadito Visco, “mi è sembrata una curiosità piuttosto che una richiesta di valutazione, cosi non si è entrati in questioni vigilanza in questi incontri”.

Popolare di Vicenza: Bankitalia non ha mai fatto pressioni

“Aggiungo in modo chiaro che la Banca d’Italia non ha mai fatto pressioni su nessuno per favorire la Banca Popolare di Vicenza o sollecitarne un intervento. Mai”. Il governatore ha sottolineato anche di aver “ricordato più volte che le banche sono imprese e come tali vengono trattate dalla Vigilanza, nel pieno rispetto della loro autonomia di gestione, della quale hanno sempre la più completa responsabilità – ha aggiunto – La Vigilanza interviene per indicare alle banche le misure necessarie per una conduzione sana e prudente, ma non può stabilire le modalità operative con cui gli specifici interventi devono essere adottati. Per questo noi segnaliamo la necessità di una aggregazione; sta alle banche individuare la controparte con cui effettuarla”.

E ancora. “Nell’opinione di alcuni la Banca d’Italia avrebbe sempre detto che “andava tutto bene” e avrebbe sottovalutato la situazione quando con la seconda recessione, innescata nel 2011 dalla crisi dei debiti sovrani, una nuova ondata di deterioramento della qualità dei crediti si è aggiunta a quella sopportata dalle banche nel triennio precedente. Non è vero”. Ignazio Visco ha precisato, poi che già nel 2012 aveva lanciato un allarme sul peggioramento della qualità del credito.

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Sul finire della legislatura, aumenta la pressione sulla commissione d’inchiesta chiamata a sbrogliare la matassa delle crisi bancarie. Ad aprire la settimana di audizioni è stato ieri il ministro dell’economia Piercarlo Padoan, che nel corso del suo intervento, a proposito dei colloqui tenuti dai ministri Maria Elena Boschi e Graziano Delrio sulla vicenda Banca Etruria, ha precisato che nessun membro del governo era stato incaricato di interessarsi della questione. Mentre domani 20 dicembre sarà la volta dell’ex ad di Unicredit Federico Ghizzoni. Con ogni probabilità sarà chiamato a smentire o confermare quanto scritto da Ferruccio De Bortoli nel suo ultimo libro, ovvero se l’allora ministro Boschi abbia o meno fatto delle pressioni per un possibile acquisto di Banca Etruria. Tra i big che sfileranno nei prossimi giorni al IV piano di Palazzo San Macuto ci saranno anche Fabrizio Saccomanni, Mario Monti, Giulio Tremonti, Vittorio Grilli, Ignazio Angeloni, rappresentante della Banca Centrale Europea, Grazia Colacicco, sostituta procuratrice del Tribunale di Milano, Flavio Valeri, amministratore delegato di Deutsche Bank Italia.

E’ iniziata così un’altra settimana incandescente per la sottosegretaria alla presidenza del consiglio Boschi accusata dalle opposizioni di conflitto di interessi, data la posizione ricoperta dal padre in Banca Etruria. Solo qualche giorno fa, durante l’audizione in commissione, Vegas ha raccontato di un pranzo con l’ex ministra in cui Boschi espresse dubbi sull’acquisizione di Etruria da parte della Popolare di Vicenza. Anche Vincenzo Consoli, ex amministratore delegato di Veneto Banca ha parlato di una riunione con Pier Luigi Boschi a casa sua, a cui partecipò anche la figlia, Maria Elena che “ci salutò, stette con noi un quarto d’ora senza proferire parola poi salutò e andò via”.