Davigo e Colombo: gli italiani e la giustizia

Davigo e Colombo

“Forse gli italiani non vogliono una giustizia funzionante. Giustizia alla fine vuol dire controllo”. Ospiti di Servizio Pubblico, Davigo e Colombo discutono in studio sulle ragioni della mancata riforma della giustizia in Italia. I due ex Pm di Mani Pulite non si trovano d’accordo.

Davigo e Colombo

“Secondo lei Santoro, agli italiani piacerebbe che tutte le volte che mettono la macchina in divieto di sosta trovassero la multa sul parabrezza? Che tutte le volte che non fanno il biglietto sull’autobus arrivasse il controllore? ” provoca Colombo. “Confondi le cause con gli effetti. Non è vero che agli italiani piace vivere nel disordine e nel pasticcio” gli risponde Davigo tra gli applausi del pubblico.

Il pool Mani Pulite, vent’anni dopo a Servizio Pubblico

Nel corso della puntata Davigo, Colombo e Di Pietro sono tornati agli anni del Pool: “Noi organi preposti alla repressione penale svolgiamo una funzione tipica simile a quella dei predatori in natura: miglioriamo la specie predata. Abbiamo preso le zebre lente e sono rimaste le zebre veloci” spiega con una metafora Davigo, “E’ sbagliato pensare che il processo penale possa risolvere questioni culturali. Abbiamo la tendenza a trovarci sempre innocenti: il colpevole è sempre qualcun altro. Mani Pulite è finita perché dalla corruzione dei piani alti siamo arrivati alla corruzione comune: il finanziere, il vigile urbano, il medico. Allora gli italiani si sono chiesti: ora verranno a vedere cosa faccio io?” arringa Colombo. “Non abbiamo perso. Mani Pulite era un centro di analisi: abbiamo diagnosticato un tumore sociale come la corruzione. Scoperta e certificata la malattia, andava curata…” chiosa Di Pietro.