Cofferati sulla crisi: “Il peggio deve ancora venire”

Cofferati sulla crisi

Ospite di Servizio Pubblico, Sergio Cofferati sulla crisi ha le idee piuttosto chiare: “Sono molto preoccupato. Penso che il peggio debba ancora venire. Purtroppo non vedo la consapevolezza adeguata rispetto ai rischi che stiamo correndo”. L’esponente del Partito democratico ed ex sindacalista chiede coerenza rispetto alle richieste e necessità sociali per garantire una politica dei redditi abbandonata dopo l’ingresso in Europa.

Cofferati sulla crisi

“Gli anni della cicala, quelli della spesa pubblica a fin di bene ma fuori controllo, finiscono non a caso in un momento drammatico, all’inizio degli anni ’90. L’estate del 1992 la dimenticheremo molto difficilmente, venne giù un sistema intero. E Giuliano Amato varò un decreto durissimo per gli italiani, compreso il prelievo sui conti correnti. La Lire poi venne addirittura svalutata” – ricostruisce Cofferati – “Nel 1993 inizia un periodo di risanamento per fortuna non breve, cala il debito e cala l’inflazione. E riusciamo a entrare in Europa. Una sorta di piccolo miracolo che ci dice che azioni di salvataggio si possono fare. Ma come si rovescia una tendenza? A determinate condizioni: l’equità e una coerenza nei comportamenti. Invece negli ultimi anni in molti si sono convinti che una volta entrati in Europa si potesse mettere da parte la politica dei redditi perché dava troppi poteri alle parti sociali”.