Ingroia su Andreotti: “Un tradizionale alleato della mafia”

Ingroia su Andreotti

“Non abbiamo due territori e due identità distinte: mafia da una parte e Stato dall’altra, i cattivi contro i buoni. C’è un continuo mescolamento che nei momenti di crisi si acuisce”. Secondo Antonio Ingroia si giocano tante partite contemporaneamente e districare la matassa non è semplice. Ed Andreotti è stato un alleato o no del sistema mafioso?

Ingroia su Andreotti

“In questo scacchiere confuso la maggior parte degli attori sono mascherati, mimetizzati, camuffati. La realtà si fa complessa” – spiega Ingroia – “Nel momento in cui si rompe il patto tra un pezzo di politica e la mafia, ossia quando viene ucciso Salvo Lima, scendono in campo altri attori. L’organizzazione criminale deve garantirsi una nuova sopravvivenza e per questo uccide Falcone. Per ottenere un ‘botto’ che incida anche sulla vita politica. Anche un alleato tradizionale come Andreotti non serve più. Bisognava rompere per ricostruire”.

Ingroia e il confronto Stato-Mafia

Sempre a Servizio Pubblico Ingroia sugli anni delle stragi di mafia aggiunge: “Ci vuole un paese che dimostra di volere quella verità: troppi pezzi del nostro Paese la verità non l’hanno voluta. Anche dentro le istituzioni. Noi siamo a venti anni da quella terribile stagione. E noi dal buio e dal sangue di quella stagione non ci siamo ancora affrancati. Ci affrancheremo solo quando avremo la verità. Fino ad oggi abbiamo avuto una verità dimezzata, incompiuta. Quando la verità è così difficile, quando ci sono tante resistenze è perché c’è qualcosa di imbarazzante dietro. La Trattativa ci fu, ci sono tante sentenze che lo dicono. E’ la Trattativa ad essere imbarazzante”.