Mannino sulla Trattativa: “Sono innocente”

Mannino sulla Trattativa
Trattativa

Calogero Mannino racconta la propria esperienza personale nella trattativa tra lo Stato e la mafia. Accusato di minaccia a un corpo politico dello Stato e unico degli imputati, scelse il rito abbreviato: “Ho sopportato un processo che è durato diciotto anni. Tutti gli aspetti della mia vita politica e personale sono stati messi a fuoco”.

Mannino sulla Trattativa e lo scontro con Ingroia

Nel corso della stessa puntata di Servizio Pubblico, Mannino va allo scontro con Ingroia. Che ricostruisce così i rapporti tra lo Stato e l’organizzazione mafiosa: “C’èra un patto politico-mafioso con pezzi della politica. Un patto che a un certo punto non regge più: già dal 1987 la Mafia dirotta i suoi voti dalla Dc al Psi. Così Cosa Nostra stabilisce che Lima e Mannino, ritenuti punti di riferimento, vadano uccisi. Perché hanno tradito”. Mannino interviene da studio: “Ma non è vero, non dire fesserie. C’erano almeno 11 nomi”. Ingroia replica: “Quando Cosa Nostra decide di uccidere Borsellino, Brusca aveva fatto già gli appostamenti nei suoi confronti. Erano pronti a ucciderla. Riina dà un contrordine: non serviva più farla fuori. Poi arriva la strage di Via D’Amelio: questo significa che lei è stato risparmiato e che la Trattativa è andata avanti”. “Lei non è più un pubblico ministero quindi glielo posso dire: è un mascalzone” sbotta Mannino.