Bindi sul finanziamento ai partiti: “Meno pubblico, più privato”

Bindi sul finanziamento ai partiti

Per Rosy Bindi deve iniziare un canale per cui il finanziamento pubblico ai partiti diminuisca a favore di una sovvenzione privata minima e agevolata nella tassazione. Il suo punto di vista a Servizio Pubblico: “Senza soldi i partiti non vivono. E io non voglio una democrazia senza partiti, una democrazia in cui si negano le forme di partecipazione intermedia. Altrimenti c’è il populismo”.

Bindi sul finanziamento ai partiti

“Quello del ricambio della classe dirigente del Pd sarà un tema vero, forte. Mi preoccupa molto la convinzione che basta togliere alcune persone per risolvere i problemi” – spiega la presidente dei dem – “I meccanismi di cooptazione rischiano di non rappresentare il tessuto vero della società che noi vogliamo interpretare. I partiti vanno riformati ma non vanno aboliti. Il cittadino non può stare solo davanti allo Stato”.

Rosy Bindi e lo stallo

“Non è politicismo, è la nostra Carta costituzionale. La democrazia rappresentativa funziona così. Inviterei a non dimostrare impazienza e insofferenza rispetto a questo” – spiega Bindi sempre a Servizio Pubblico in merito allo stallo dopo le elezioni – “Il Parlamento, se non c’è il governo, non ha una sua attività autonoma. Se non si fa il governo resta in carica Monti ma solo per gli affari correnti, non è possibile fare nessun provvedimento che sia ad esempio una spesa o una riduzione delle tasse. Non potremmo far fronte a nessuna fondamentale azione per ridare respiro a questo Paese”.