Roma Grande Bellezza e Grande Bruttezza

roma grande bellezza
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Roma Grande Bellezza e Grande Bruttezza. “Lavoro non ce n’è, almeno abbiamo la bellezza”. Roma si prepara ad accogliere un esercito di pellegrini nel giorno della canonizzazione di Giovanni Paolo II e Giovanni XXIII. Nella folla, intanto, i centurioni iniziano la loro caccia ai turisti. In tanti sbarcano il lunario collaborando con società che lavorano nel turismo o improvvisandosi guide alla città. Poco più in là va in scena la quotidiana battaglia fra vigili urbani e abusivi. Il reportage di Stefano Maria Bianchi sulle due facce della città eterna.

Roma grande bellezza?

Tra fede e turismo tutti comprano di tutto. Per gli immigrati la cosa più importante è la merce da vendere. Non si sa chi è autorizzato e a fare cosa. Come le guide turistiche che per 15 euro ti fanno saltare la fila per entrare in Vaticano. Ogni giorno la grande bellezza di Roma è assediata dal brutto. Dal ferro dei cantieri ai chioschi di souvenir da quattro soldi fino ai bar dei Tredicine che da anni gestiscono il monopolio della vendita di bibite.

Daverio sui Beni culturali

“I musei non sono esattamente come gli alberghi a ore, cioè tot metri quadri tot visitatori. I musei sono strutture culturali di conservazione di comunicazione. Ora noi ci siamo sempre posti la domanda se veramente e se veramente comunicano. Firenze ha una cinquantina di musei. Il più antico museo del mondo (di antropologia culturale) è a Firenze. Quello fatto dai Medici nel 1500. Se ha 30 visitatori al giorno sono tanti. Firenze ha una delle più grandi collezioni d’arte giapponese e non ci va nessuno. La cultura non è andare agli Uffizi, è entrare in contatto con un mondo. Firenze potrebbe avere gli stessi numeri di Parigi. Ma la struttura degli Uffizi non lo permette. O s’inventano degli Uffizi o quel sistema non può funzionare. Noi ci giochiamo sopra e ci nascondiamo dietro un dito”.