Landini contro Zingales: “Difendi il tuo posto”, “Torno a fare il saldatore”

landini contro zingales
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Landini contro Zingales. L’animata discussione in studio tra l’economista e il segretario della FIOM sul ruolo dei sindacati e dei sindacalisti. Tema centrale i 4000 posti di lavoro a rischio fra indotto e dipendenti con la chiusura dell’acciaieria Lucchini. “Purtroppo non ci sono solo gli operai di Piombino che soffrono. Basti pensare ai ragazzi di Scampia che studiano all’Alberghiero per crearsi una professionalità locale e resteranno disoccupati. In economia esiste un vincolo di bilancio. I soldi statali o vanno da una parte o vanno in un’altra. Lei Landini è bravissimo a difendere un posto di lavoro: il suo. Lei è a capo di un’industria metalmeccanica e difende la categoria”.

La risposta di Landini: “Abbiamo pubblicato il bilancio, io prendo 2200 euro al mese perché gli iscritti al sindacato mi pagano. Il mio posto di lavoro non è fare il sindacalista. Quando arriverò a pensare che il sindacalista è fare un mestiere, tornerò a fare il saldatore”.

Landini contro Zingales

Se dessimo 250 milioni di euro a Pompei piuttosto che a Piombino cosa accadrebbe? Secondo Zingales daremmo lavoro a molte persone, ma l’affermazione scatena l’ira di Landini. “Diamo 270 milioni per un’impresa che non è più competitiva mentre Pompei cade a pezzi. Se quei soldi fossero indirizzati verso Pompei quanti posti di lavoro si creerebbero?”.

La replica di Landini: “Ma perché bisogna mettere in contrapposizione la tutela dei beni culturali con l’industria? Le due cose non sono in contrapposizione, è una sciocchezza pura. Si può investire in tutti e due i settori. Il Governo deve capire come fare. Discutiamo di come migliorare la situazione, noi non vogliamo che le cose restino così come sono. In Germania in questi anni la linea guida del sindacato più grande del mondo è stata non far chiudere nessuna impresa. Perché ogni impresa che chiudeva era un’impresa persa”.