Acciaierie Lucchini. A Piombino l’ultima colata

Acciaierie Lucchini
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Acciaierie Lucchini. L’ultima colata segna la fine di un’era per Piombino. L’altoforno chiude i battenti e 4000 rischiano di restare senza lavoro. “Ogni giorno che passa aumenta la rabbia” spiegano gli operai. La riconversione ecologica degli impianti è un progetto futuro. Ma se entro la fine del mese non arriverà un offerta di acquisto gli operai perderanno l’impiego: “A noi rimane solo di prendere una corda e appenderci a un albero”. Il reportage esclusivo di Sandro Ruotolo.

Acciaierie Lucchini: il dibattito

L’animata discussione in studio tra l’economista e il segretario della FIOM sul ruolo dei sindacati e dei sindacalisti. Tema centrale i 4000 posti di lavoro a rischio fra indotto e dipendenti con la chiusura dell’acciaieria Lucchini. “Purtroppo non ci sono solo gli operai di Piombino che soffrono. Basti pensare ai ragazzi di Scampia che studiano all’Alberghiero per crearsi una professionalità locale e resteranno disoccupati. In economia esiste un vincolo di bilancio. I soldi statali o vanno da una parte o vanno in un’altra. Lei Landini è bravissimo a difendere un posto di lavoro: il suo. Lei è a capo di un’industria metalmeccanica e difende la categoria”.

La risposta di Landini: “Abbiamo pubblicato il bilancio, io prendo 2200 euro al mese perché gli iscritti al sindacato mi pagano. Il mio posto di lavoro non è fare il sindacalista. Quando arriverò a pensare che il sindacalista è fare un mestiere, tornerò a fare il saldatore”.