Di Pietro sugli appalti: “Il sistema e le mancate condanne”

Di Pietro sugli appalti
Di Pietro sugli appalti

Di Pietro sugli appalti. L’ex magistrato: “Al tempo dell’inchiesta di Mani Pulite c’era un reato. La concussione per induzione, eliminata dal governo Berlusconi e non reinserita dal governo Renzi. Oggi il sistema dei costruttori si chiude in questo modo. Ci sono un numero di aziende gradite che vincono sempre gli appalti e quelle imprese si mettono d’accordo tra di loro”.

“Con la concussione dei tempi di Tangentopoli si poteva combattere il sistema di oggi. Quel reato permetteva di rompere il sodalizio tra chi dà gli appalti e chi li riceve. L’imprenditore aveva interesse a denunciare il sistema corruttivo. Abbiamo bisogno di vedere un reato in cui chi deve pagare ha la possibilità di andarlo a dire al magistrato senza rischi. Con la riforma che è stata fatta chi paga e chi viene pagato sono entrambi condannati. Uno cornuto e mazziato non vuole essere e così paga per entrare nel sistema”.

Formigoni su Incalza

Incalza lavora da 28 anni per la pubblica amministrazione. Se fosse vero quello che emerge dall’inchiesta le responsabilità sarebbero di molti governi, anche della prima Repubblica. Se fosse vero un lungo periodo della vita politica di questo paese sarebbe inquinato. Nel sistema degli appalti pubblici è vero che si annidano pericoli di corruzione. Ma dobbiamo stare attenti anche ad un altro pericolo: quello dell’inefficienza del sistema”.