Testa e il sistema dei piaceri: “Se chiedi un favore al vincitore di un appalto pubblico, ci sono rischi”

Testa e il sistema
Testa e il sistema

Testa e il sistema dei piaceri. L’imprenditore Chicco Testa: “Sul caso Lupi dobbiamo tenere distinta l’indignazione dai reati. Quando chiedi un piacere a uno che ha vinto un appalto pubblico, magari anche a fin di bene, il rischio è che quello ti chieda una mano per accelerare una variante. Certamente in tutto il mondo dei lavori pubblici c’è un sistema di vicinanze tra persone che da molto tempo ricoprono ruoli importanti ed è quantomeno discutibile. Si parla di cifre sempre molto importanti”.

L’appalto della metro di Roma

“Io ero il presidente della società che ha dato l’appalto per la metropolitana di Roma. L’ho fatto per due anni e per evitare questo sistema di vicinanze ho scelto due dei tre colladautori fuori dall’ambiente romano. Uno era del politecnico di Milano e l’altro del politecnico di Padova”.

Di Pietro e il sistema

“Con la concussione dei tempi di Tangentopoli si poteva combattere il sistema di oggi. Quel reato permetteva di rompere il sodalizio tra chi dà gli appalti e chi li riceve. L’imprenditore aveva interesse a denunciare il sistema corruttivo. Abbiamo bisogno di vedere un reato in cui chi deve pagare ha la possibilità di andarlo a dire al magistrato senza rischi. Con la riforma che è stata fatta chi paga e chi viene pagato sono entrambi condannati. Uno cornuto e mazziato non vuole essere e così paga per entrare nel sistema”.