Caso Etruria, Vincenzo Consoli: “Incontrai anche Boschi ma non parlò”

Le parole dell'ex amministratore delegato di Veneto Banca

Boschi-Etruria, parla Vincenzo Consoli

di Gianni Dragoni

A casa Boschi ci fu un incontro tra i vertici di Veneto Banca e di Banca Etruria, nella Pasqua del 2014. Alla riunione con Pier Luigi Boschi partecipò anche la figlia, Maria Elena, da poche settimane ministro delle Riforme nel governo Renzi. La conferma che l’incontro ci fu è stata data da Vincenzo Consoli, ex amministratore delegato di Veneto Banca, nell’audizione alla commissione d’inchiesta sulle banche. Secondo Consoli l’incontro avvenne a casa di Pier Luigi Boschi, padre di Maria Elena, a Laterina, nella Pasqua del 2014 (Pasqua fu domenica 20 aprile). All’epoca papà Boschi era consigliere di amministrazione di Banca Etruria e pochi giorni dopo, il 4 maggio, fu nominato vicepresidente della banca di Arezzo. La riunione – ha detto Consoli – avvenne “perché sapemmo che Etruria aveva ricevuto da Bankitalia una lettera simile alla nostra” nella quale chiedeva l’aggregazione con un partner di “elevato standing” e indicandolo poi in Popolare Vicenza. “Arrivò a un certo punto anche il ministro Boschi, ci salutò, stette con noi un quarto d’ora senza proferire parola poi salutò e andò via”.

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Vincenzo Consoli su Etruria e Boschi

Consoli ha affermato che la Banca d’Italia, attraverso il capo della vigilanza Carmelo Barbagallo, aveva comunicato ai vertici di Veneto Banca, nel novembre del 2013, che la banca di Montebelluna non poteva più stare in piedi da sola e doveva aggregarsi con un partner “di elevato standing”, individuato espressamente da Barbagallo nella Popolare di Vicenza. Consoli ha detto che Barbagallo, arrivato a Montebelluna per consegnare al cda il rapporto ispettivo di via Nazionale, aveva invitato il presidente Flavio Trinca e lo stesso Consoli a un colloquio riservato nella stanza del presidente della banca. Nel colloquio Barbagallo riferì ai due esponenti di Veneto Banca la decisione presa da via Nazionale. A Trinca che “quasi urlando” chiede a Barbagallo chi fosse il partner di elevato standing con cui aggregarsi, Barbagallo “a bassa voce risponde Popolare di Vicenza”. Secondo Consoli già nel dicembre 2013 il presidente della Popolare di Vicenza, Gianni Zonin, in un incontro con i vertici di Veneto Banca disse che la fusione fra i due istituti “era fortemente caldeggiata dal governatore Visco con il quale aveva avuto una lunga telefonata”.

Vincenzo Consoli e Veneto Banca

I vertici delle due banche cercarono di organizzare una difesa contro le richieste della Banca d’Italia, perché non volevano perdere la loro autonomia. Nell’aprile 2014 ci fu anche l’incontro a Milano tra il ministro Boschi e il presidente della Consob, Giuseppe Vegas, lo ha rivelato ieri Vegas alla commissione banche. Vegas ha detto che Maria Elena Boschi gli aveva espresso “un quadro di preoccupazione perché a suo avviso c’era la possibilità che Etruria venisse incorporata dalla Popolare di Vicenza e questo era di nocumento per la principale industria di Arezzo che è l’oro”. Tra Vegas e la Boschi ci furono altri incontri successivi. La Boschi ha detto ieri a Otto e mezzo: “Sì, ho incontrato Vegas, ci sono stati più incontri e il 29 maggio 2014, in una di quelle occasioni, Vegas mi chiese in modo inusuale di incontrarci a casa sua alle 8 di mattina, e io risposi che ci dovevamo vedere al ministero o in Consob, non a casa sua”.

Il 29 maggio la Popolare di Vicenza annunciò che aveva consegnato ai vertici di Banca Etruria l’Offerta pubblica di acquisto (Opa) della banca a 1 euro per azione. L’Offerta era stata consegnata il giorno prima e probabilmente sia Vegas sia la Boschi ne erano già informati. Probabile che l’incontro del 29 maggio fosse finalizzato a discutere di questa offerta, che poi cadde nel vuoto. I vertici di Etruria non la portarono all’esame dell’assemblea degli azionisti e per questo sono stati multati dalla Banca d’Italia.

(Photocredit copertina gruppovenetobanca.it)