Minacce e proiettili: l’ex sindaco di Mantova Fiorenza Brioni attende la verità

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Il 5 agosto del 2008, Fiorenza Brioni, allora sindaco di Mantova, riceve una busta con 17 proiettili e una lettera minatoria. Già prima di essere eletta e poi nel corso del suo mandato, la Brioni si era opposta alla realizzazione del progetto di lottizzazione Lagocastello, lungo la sponda sinistra del lago Inferiore, che prevedeva la costruzione di 200 villette e un hotel da parte del costruttore di origine calabrese Antonio Muto. Qualche anno dopo, nell’ambito dell’inchiesta “Pesci” della dda di Brescia sulle infiltrazioni della ‘ndrangheta nel mantovano, un collaboratore di giustizia dichiara che il mittente della busta indirizzata a Fiorenza Brioni è l’imprenditore Antonio Muto.

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Fiorenza Brioni: la storia dell’ex sindaco di Mantova

La lottizzazione Lagocastello è divenuta una costola dell’inchiesta “Pesci” della Dda di Brescia sulle infiltrazioni della ‘ndrangheta nel mantovano ed è in stand-by processuale in tribunale a Roma. Tra gli imputati, oltre all’imprenditore calabrese, ci sono l’ex sindaco di Mantova Nicola Sodano (successore di Fiorenza Brioni), l’ex presidente del Consiglio di Stato Pasquale De Lise, i due ex senatori di Forza Italia Luigi Grillo e Franco Bonferroni, l’ex consigliere comunale di Reggio Emilia Tarcisio Costante Zobbi e l’affarista veronese Attilio Fanini. Secondo l’accusa, i sette avrebbero esercitato pressioni, a vario titolo e in fasi diverse, sul ministero dei Beni Culturali e sul Consiglio di Stato per strappare l’assenso al ridimensionamento del progetto di lottizzazione dopo la bocciatura da parte del Consiglio di Stato.