Roma, i giudici ‘stoppano’ il concordato Atac. Ma il M5S tiene il punto

Il piano di salvataggio sarà discusso a partire dal 30 maggio prossimo

Il concordato Atac arriva davanti ai giudici, dopo la bocciatura arrivata dal Tribunale fallimentare lo scorso 21 marzo tramite il decreto notificato all’azienda. Il piano di salvataggio dell’azienda del trasporto autoferrotranviario del Comune di Roma – con un miliardo e 300 milioni di euro di debito sulla schiena – sarà discusso a partire dal 30 maggio prossimo. Fino a quel giorno ad Atac spetterà il compito di chiarire i punti deboli del piano: per il tribunale la somma della prima tranche del saldo del maxi buco “sarebbe troppo esigua e va più o meno raddoppiata: i creditori dovranno essere rimborsati con una percentuale oltre il 50% (56,5% era il dato che circolava ieri in azienda), ovvero quasi il doppio dei soldi preventivati dai consulenti di Atac” scrive il Corriere della Sera. A dettare la linea all’interno della giunta guidata da Virginia Raggi sono arrivate le parole del vicesindaco di Roma Luca Bergamo: “Il fatto che in passato il Comune abbia perso il controllo delle partecipate non è un buon motivo per la privatizzazione. La mobilità pubblica è un settore strategico, andiamo avanti con il concordato anche se è un percorso faticoso”.

Concordato Atac: cosa dicono i giudici

In merito al concordato, il tribunale fallimentare osserva inoltre che “non è chiaro come la società possa far fronte, con proprie risorse, al pagamento di 89 milioni per il parziale rinnovamento del parco mezzi nel 2020”. E che “non è in alcun modo esplicitato quale e in cosa dovrebbe consistere il ‘nuovo modello manutentivo'”. Altro punto critico è l’ottimizzazione delle linee di esercizio che “sconta una certa indeterminatezza”.

Concordato Atac: la situazione

Cosa accadrà ora? E cosa farà il comune di Roma? Scrive sempre il Corriere della Sera:

Spuntano altre opzioni per il salvataggio di Atac, sulle quali si starebbe ragionando nelle segrete stanze, mentre il M5S continua a difendere il concordato in linea con quanto ribadito al Corriere dal vice sindaco Luca Bergamo. Quando mancano meno di due mesi all’udienza in tribunale, si starebbe lavorando a un «piano B» per affrontare un’eventuale bocciatura che esporrebbe l’azienda al rischio di fallimento.

Gli scenari che potrebbero aprirsi sono molteplici: da una partnership con Fs, che fornendo treni e bus consentirebbe alla municipalizzata di garantire la continuità del servizio, fino all’extrema ratio della messa a gara con la società di trasporto ferroviario in pole position per aggiudicarsi il bando. In alternativa Fs potrebbe fornire gli strumenti finanziari necessari, dopo i rilievi della procura, per la tenuta del piano e il ristoro del debito, entrando come gestore (totale o parziale) della mobilità capitolina. Ipotesi delle quali, a Palazzo Senatorio, i Cinque stelle non vogliono sentir parlare.

Le parole dell’assessore Meleo

“Quando un’azienda è gestita male, quando non si fanno investimenti, ci sono degli sprechi…Atac è stata a lungo un bacino elettorale, preda dei partiti politici” spiega Linda Meleo, assessora ai Trasporti del Campidoglio, ai microfoni di “M” di Michele Santoro – uno dei contributi extra della seconda puntata del programma che vi riproponiamo qui. Nell’intervista firmata da Giulia Bosetti, l’assessora parla anche dell’attestatore del concordato, il commercialista Marco Costantini. La cui consulenza è stata assegnata senza bando pubblico e il cui compenso supera il milione di euro. “Sul compenso non ho cifre esatte” – chiarisce Meleo – “Questa procedura di concordato è la più grande che sia stata mai avviata per un’azienda del trasporto pubblico in Italia. Per il ruolo di Costantini sono stati valutati dei curriculum”.