Lega, quei 49 milioni spariti: il ruolo di Belsito fra diamanti e conti offshore

L'ex tesoriere querelato dal Salvini è figura chiave nell'affaire lega

L’inchiesta su spese e investimenti anomali con i soldi della Lega inizia nel 2012 e porterà alla condanna di Umberto Bossi e dei suoi due figli Riccardo e Renzo, insieme all’ex tesoriere del partito Francesco Belsito. Le accuse sono di truffa aggravata ai danni dello Stato, appropriazione indebita e riciclaggio. Belsito, con l’aiuto dei suoi consulenti Bonet e Scala, investe una parte dei rimborsi elettorali in Tanzania, acquista partite di diamanti, distribuisce soldi alla famiglia del Senatur. Messo alle strette dai nemici di Bossi nel partito, Belsito ha in mano carte e documenti compromettenti…

Processo per appropriazione indebita. Il 10 luglio 2017 sono arrivate le prime condanne nel processo per appropriazione indebita: a Umberto Bossi 2 anni e 3 mesi; al figlio Renzo, detto “il trota”, 1 anno e 6 mesi; al tesoriere Belsito 2 anni e 6 mesi. Nel marzo 2016 era stato condannato anche Riccardo Bossi, 2 anni e sei mesi col rito abbreviato. 

Processo per truffa aggravata. Il 24 luglio 2017 è arrivata la sentenza di primo grado anche nel processo per truffa aggravata: 2 anni e 6 mesi per Umberto Bossi; 4 anni e 10 mesi per Belsito e pene più lievi per i revisori dei conti. Il 20 novembre è attesa la sentenza di appello. Nell’ambito di questo procedimento il procuratore generale di Genova ha chiesto e ottenuto il sequestro cautelare di 49 milioni di euro dai conti della Lega. Il partito di Salvini ha fatto ricorso in Cassazione (respinto) e anche il Tribunale del Riesame ha dato ragione ai magistrati. Così alla fine di una trattativa inedita tra la Procura e la Lega, è stato raggiunto un accordo: il partito di Salvini pagherà, ma in 76 comode rate annuali da 600 mila euro. Data di estinzione del debito: 2094.