Dl Bilancio, la commissione cancella la “manina”: i risparmiatori potranno fare causa alle banche anche se risarciti

La commissione Bilancio approva l'emendamento che ripristina la possibilità di portare in giudizio le banche

La Commissione Bilancio della Camera sta esaminando gli emendamenti sulla manovra e, fra le novità che arrivano dagli emendamenti approvati, c’è l’abolizione dello scudo contro i ricorsi dei risparmiatori, che il governo lamentava essere stato inserito da una misteriosa “manina” fra gli articoli della legge di Bilancio. Con l’emendamento approvato da tutti i capigruppo, i risparmiatori danneggiati nel crack bancario potranno fare causa agli istituti di credito anche se otterranno il risarcimento. Il nuovo testo recita così: “Resta impregiudicato il diritto per i risparmiatori di agire in giudizio per il risarcimento della parte di danno eccedente il ristoro già corrisposto”.

La “manina” del Dl Bilancio

Dopo quella che sabotò il testo del Def, stando alle accuse di Luigi Di Maio, il governo evoca una nuova “manina” che questa volta avrebbe modificato un articolo della legge di Bilancio ai danni dei risparmiatori vittima del Salvabanche. Se accetteranno il ristoro proposto dallo Stato del 30% di quanto perduto, di fatto, saranno costretti a rinunciare a ogni azione legale in corso e futura nei confronti degli istituti coinvolti nei crack  (Popolare di Vicenza, Veneto Banca, Etruria, Marche, Carife, Carichieti).
Una sorta di “condono tombale” che ha fatto infuriare i risparmiatori:  “Un vero e poprio scudo per proteggere le banche – dice Luigi Ugone, dell’associazione Noi che credevamo nella Banca Popolare di Vicenza e in Veneto Banca – ma anche Consob, i cda, gli Zonin, i Boschi. Perché chi aderisce al fondo non può costituirsi parte civile nei processi?”.

La difesa del governo 

Il Governo si difende lasciando intendere che, ancora una volta, qualcuno avrebbe modificato a sua insaputa quel passaggio  e rassicura le associazioni di risparmiatori che ieri si sono incontrate al Ministero dell’economia con i sottosegretari Massimo Bitonci (Lega) e Alessio Villarosa (Movimento Cinque stelle): “Cambieremo di nuovo la norma”. Dopo l’incontro, tuttavia, gli animi non sembravano proprio sereni: “I rappresentanti del Governo non ci hanno ascoltati, erano più propensi a parlare con i giornalisti che con noi”, racconta Ugone. Per il rappresentante dei truffati veneti, inoltre, questa norma ha un altro grande difetto: non garantirebbe tutti i risparmiatori che hanno perso i soldi, ma solo le vittime di misselling, ossia coloro che furono profilati dalla banca come potenziali speculatori finanziari di alto livello, pur non avendone minimamente i requisiti.
“Che futuro per i risparmiatori che non hanno fatto alcuna speculazione finanziaria? Non ci piace il tetto dei centomila euro. Se qualcuno è stato bravo a risparmiare di più è giusto che venga risarcito – continua Ugone – Vogliamo che vengano tolti tutti questi paletti: ci va bene anche un risarcimento del 20%, ma dobbiamo essere tutti e per questo chiediamo un incontro con Salvini e Di Maio”.