Autonomia, Provenzano: “È la fine dello Stato-nazione”

La prima parte dell'intervista sul dl Zaia

È polemica su disegno di legge Zaia che concederebbe un’autonomia differenziata alle regioni Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna. Nato sulla scorta del referendum lombardo-veneto e dell’iniziativa dell’assemblea regionale emiliana nell’ottobre 2017, il progetto di autonomia ha suscitato dure reazione da parte degli amministratori del sud che l’hanno bollato come “una secessione dei ricchi”, con in testa il sindaco di Napoli, Luigi De Magistris, pronto a rilanciare il suo progetto “Napoli autonoma” in aperta sfida al governo gialloverde. A esprimere perplessità sul disegno di legge anche molti economisti e costituzionalisti, che sottolineano la necessità di garantire livelli essenziali di prestazioni nei settori della sanità, istruzione e tutela del lavoro in tutte le regioni, pena l’esplosione delle disuguaglianze e il disgregarsi dell’unità nazionale.

L’economista Giuseppe Provenzano è molto critico sul disegno di legge e lancia il suo allarme alle telecamere di Servizio Pubblico:  “All’indomani dell’approvazione di questa intesa avremo 5 ragioni a statuto speciale, 3 regioni con intese ad autonomia differenziata su competenze diverse. Che rimarrebbe ai ministeri?  È la fine dello Stato-nazione. Lo Stato italiano rischia di rimanere una scatola vuota. E se non c’è un disegno per il ruolo dello Stato come può esserci un disegno per il ruolo della Capitale?  Il declino di Roma è dovuto anche al declino dello Stato”.

Provenzano vuole smontare anche la retorica di un Nord capace, senza più la “zavorra” rappresentata dal Sud, di competere con le regioni più avanzate d’Europa: “La contrapposizione Nord-Sud è tornata per la crisi del nord, che non è più una barriera. L’idea che la locomotiva del nord liberandosi della zavorra meridionale possa competere in Europa è smentita dai fatti. In questi anni l’austerità e il contenimento delle spese hanno colpito prevalentemente il sud, e questo non vuol dire negare sprechi o inefficienza, che semmai raddoppiano l’impatto. Sono state tagliate risorse per investimenti e per il funzionamento ordinario della amministrazione pubblica. Questo ha avuto effetti forti sul Nord perché è venuto meno il motore interno dello sviluppo”.

Ma chi ne guadagnerà da una maggiore autonomia? “Non è detto  ne guadagneranno i poveri del nord” spiega ancora Provenzano “mentre è sicuro che ci perderanno i poveri del sud. I risparmi in termini di efficienza porteranno a una riduzione delle tasse e quindi a una riduzione della redistribuzione interna. Questo disegno non risponde al motto federalista di Cattaneo, che puntava a mettere le mani sulla propria libertà, mira semplicemente a mettere le mani sui propri soldi”.