De Masi: “Renzi uguale a Salvini. Il Pd se ne liberi per avvicinarsi al M5S”

Il sociologo ipotizza un assetto alternativo all'attuale maggioranza, che veda il Pd insieme al M5S. Prima, però, devono realizzarsi due precondizioni fondamentali

Il sociologo Domenico De Masi intervistato da Servizio Pubblico ipotizza un assetto alternativo all’attuale maggioranza, che veda il Pd convergere con il M5S. Prima però, spiega De Masi, devono realizzarsi due precondizioni fondamentali: la definitiva uscita di scena di Matteo Renzi e una risalita elettorale della sinistra, che la ponga in condizione egemone rispetto ai pentastellati.

Il precedente: lo streaming che umiliò Bersani

Dopo che le elezioni del febbraio 2013 non avevano consegnato al Paese una maggioranza chiara, il segretario del Pd Pier Luigi Bersani, forte del mandato esplorativo ricevuto da Giorgio Napolitano, incontrò il 27 marzo alla Camera i rappresentanti parlamentari del Movimento 5 Stelle per verificare se fosse possibile una convergenza parlamentare. L’incontro fu trasmesso in diretta streaming ed è unanimemente ricordato come un colpo fatale per la reputazione di Bersani: Roberta Lombardi e Vito Crimi, a capo della delegazione 5 stelle, chiusero nettamente le porte all’ipotesi di un accordo, rifiutando con sprezzo ogni tentativo di mediazione del segretario Pd. Il M5S all’epoca era ancora fedele al diktat del rifiuto assoluto di qualsiasi  alleanza (termine considerato sinonimo di “inciucio”) perché, come ribadiva Grillo, al governo si doveva andare solo con il 51% delle preferenze per un monocolore pentastellato.