Foggia, blitz a Borgo Mezzanone: le immagini della baraccopoli dove vivono 2mila persone

Il video dell'operazione di sgombero nel ghetto di Borgo Mezzanone


Bombole del gas, costruzioni di fortuna fatte con materiali infiammabili, rimesse di bibite per lo spaccio interno alla baraccopoli, cavi volanti e allacciamenti abusivi. Questa è la situazione che si sono trovate ad affrontare le forze dell’ordine a Borgo Mezzanone, in provincia di Foggia. Qui da anni nella cosiddetta “ex pista” vivono oltre 2mila persone “in condizione di precarietà, al di sotto di ogni standard minimi di dignità“. Tutti di diverse etnie, molti sono migranti che usciti da Cara adiacente si sono riversati nella baraccopoli. Nella puntata “Razzisti noi”, sul tema dei migranti del programma ‘M’, avevamo raccontato il dramma del ghetto e degli abitanti del borgo.

Borgo Mezzanone, le immagini della baraccopoli

Sono tre le baracche abusive che vengono sottoposte al sequestro finalizzato all’abbattimento.”Il sequestro non riguarda immobili o baracche adibiti ad abitazione”, precisa la Procura in un comunicato, ma riguarda alcuni edifici ed ambienti in cui si svolgono le attività illecite con la finalità di “spezzare il circuito tra criminalità, sfruttamento delle persone e mancato riconoscimento dei diritti umani”. L’operazione, disposta dal gip del tribunale di Foggia su richiesta della procura, si chiama “Law and Humanity” e vede in campo Polizia, Carabinieri e Guardia di Finanza, affiancati dalle ruspe dell’Esercito. Il blitz di questa mattina è stato deciso per ripristinare la legalità “nel rispetto dei diritti e della dignità delle persone”, come specifica la Procura in una nota. Che sottolinea come ogni giorno tra queste baracche la dignità, le regole e i diritti siano calpestati.

I reati riscontrati vanno dall’occupazione abusiva di terreni pubblici al furto di energia elettrica, fino a violazioni in materia ambientale. Senza contare che – come ritiene la Procura- il ghetto di Borgo Mezzanone è terreno fertile per il fenomeno del caporalato e dello sfruttamento del lavoro in agricoltura. Oltre che allo spaccio di sostanze stupefacenti, prostituzione gestita da organizzazioni criminali e ricettazione di beni rubati.

Il provvedimento penale del 20 febbrai0 2019 è partito dalle inchieste avviate dopo gli incendi avvenuti il 30 ottobre e il primo novembre scorsi in cui ha perso la vita un migrante. L’area è di proprietà dell’Aeronautica Militare, ma è in fase di passaggio all’Agenzia del Demanio e si estende per 165 ettari.