Salvini, Meloni, Tarrant: le parole sono le stesse. Perché nessuno si scandalizza?

The Great Replacement, il manifesto con cui Brenton Tarrant ha spiegato le ragioni che lo hanno portato a sparare contro persone inermi in Nuova Zelanda utilizza temi ed argomenti cari, carissimi alla destra sovranista italiana. Talmente cari che c'è il rischio di confonderli

The Great Replacement, il manifesto con cui Brenton Tarrant ha spiegato le ragioni che lo hanno portato a sparare contro persone inermi che stavano pregando in due moschee della Nuova Zelanda (e che abbiamo già analizzato sul sito di Servizio Pubblico), utilizza temi ed argomenti cari, carissimi alla destra sovranista italiana. Talmente cari che c’è il rischio di confonderli.

Anche perché l’argomento della Grande Sostituzione Etnica, ovvero il Piano Kalergi delle élite finanziarie per sostituire le popolazioni native europee con i migranti provenienti dall’Africa, è una bufala troppo ghiotta per farsela scappare. E infatti negli scorsi anni a parlarne più o meno esplicitamente sono stati Matteo Salvini, Giorgia Meloni e persino alcuni esponenti del MoVimento 5 Stelle.

Intendiamoci: a differenza di quello che dice Salvini per buttarla in caciara, nessuno pensa che lui e la Meloni abbiano responsabilità in relazione alla strage di Christchurch o a quella di Charleston o a quella di Quebec City. Nessuno li ritiene i mandanti morali o i cattivi maestri, come si diceva qualche tempo fa.

Ma è evidente la loro responsabilità nello sdoganare per ragioni di propaganda spicciola le teorie e il linguaggio che sono la fonte a cui si abbeverano oggi quelli come Brenton Tarrant, Dylan Roof o Alexander Bissonette.

(Animazione grafica di Lapo Tirelli)

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