Come Salvini ha fregato tutti sui rimpatri dei “clandestini”

Ne aveva promessi seicentomila in campagna elettorale. Ma per raggiungere quella cifra al ritmo attuale ci vorranno ottanta o cento anni. E il rischio è che intanto qualcuno mangi la foglia...

Ne aveva promessi mezzo milione in campagna elettorale. Sembrandogli pochi, aveva alzato il prezzo fino a 600mila. Adesso che un “clandestino” prende a sprangate poliziotti a Torino e un altro tenta di ammazzare un clochard a Roma, è il momento di alzare la manina e dire che Salvini sui rimpatri ha fregato tutti.

Ha fregato i suoi elettori, e vabbeh: non è la prima né sarà l’ultima volta. Ma ha fregato anche il Movimento 5 Stelle visto che la promessa di mirabolanti rimpatri da effettuare con il governo Conte si è nel frattempo rivelata una bufala. E loro se ne sono accorti appena in tempo per la campagna elettorale.

Non appena è arrivato al Viminale ha dovuto ammettere che con il ritmo attuale ci vorranno 80 anni per portarne a casa 600mila. Adesso che il numero di clandestini è aumentato per effetto del decreto sicurezza, poi, il conto ha superato i cento anni.

Perché è evidente che i paesi che se ne sono liberati hanno tutto l’interesse a tenere le teste calde fuori casa. Per riprenderseli bisogna firmare accordi bilaterali e promettere qualcosa in cambio. Salvini forse pensava di fregare gli autoctoni regalando conchiglie e collanine, ma il detto accà nisciuno è fesso ha varcato il Mediterraneo. Mentre le casse e le strade diplomatiche dell’Italia non sono così fiorenti.

E così il risultato attualmente è questo:

– I rimpatri non funzionano.
– I clandestini aumentano per effetto dei suoi decreti.
– E lui sta lì, acquattato e terrorizzato che qualcuno da un momento all’altro faccia il collegamento tra la delinquenza del prossimo clandestino espulso ma rimasto in Italia e il ministero dell’Interno che avrebbe dovuto cacciarlo.

(Grafica di Lapo Tirelli)

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