Lettera aperta di Vauro: Caro Piddì

vauro al piddì
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Caro Piddì ma sei cieco, sordo o semplicemente scemo? Finalmente ci sono segnali di riscossa civile, di reazione umana all’ondata di incattivimento, di ignoranza e di astio organizzato che sta sommergendo la nostra società. Ondata fetida che scaturisce anche dalla occupazione di fomentatori al limite della eversione delle istituzioni democratiche e dal loro conseguente stravolgimento. Ondata i cui flutti saturano i social ed i media, arrivano alle periferie come ai luoghi della cultura. Un’ondata che rischia di trasformare il senso comune in una miscela sterile di rancore e invidia sociale soffocando il valore della solidarietà, collante di qualsiasi società civile.

Giovani e meno giovani reagiscono. Reagisce l’adolescente di Torre Maura, i ragazzi e le ragazze che con disperata allegria sabotano i selfie di Salvini, la signora che espone uno striscione dal terrazzo della sua casa, l’anziano di Casal Bruciato che fa risuonare le note dell’Internazionale dal suo balcone. Reagisce la sopravvissuta di Auschwitz al Salone del libro di Torino. Reagiscono i gruppi di volontariato cattolici e laici che nelle zone del disagio operano quotidianamente. Azioni di resistenza. Certo, spontanee, sparse, a volte individuali, altre di gruppo ma che comunque, a tratti, riescono a far sentire la voce di un paese che non si rassegna alla cappa conformista di odio ed ignoranza.

E tu caro Piddì sei sordo? Non senti? Non vedi? Tu non ci sei mai. Li lasci soli. Eppure servirebbe una forza politica che non solo ascolti questa voce ma che sia capace di accoglierla, amplificarla, interpretarla, unirla, darle peso ed incidenza portandola al di là della testimonianza seppur coraggiosa. L’adolescente, i ragazzi e le ragazze, la signora, l’anziano, la sopravvissuta di Auschwitz, i gruppi di volontariato da soli non bastano, non ce la possono fare.

Sei sordo, distratto o scemo caro Piddì? Incapace di un sentire politico ed etico che non sia esclusivamente volto alla ricerca ed all’amministrazione del potere. Sordo alla passione civile. Cieco ad una visione di società che abbia un respiro più ampio della mera contingenza, il respiro delle idee. Davvero credi che restando seduto sulla riva del fiume vedrai passare il cadavere del tuo nemico? Sì, trasportato dalla corrente forse quel cadavere passerà ma tu non lo vedrai perché la piena ti trascinerà via con lui.

Certo, io sono un estremista e tu caro Piddì il campione della moderazione. Ma ci sono momenti nella storia in cui la moderazione si trasforma in passività complice. E uno di quei momenti purtroppo è oggi. Non ti chiedo di ascoltare gli estremisti come me ma di aprire o almeno tentare di aprire alle tante persone ancora capaci di impegno e di non contribuire a condannarle alla disillusione o alla emarginazione politica. La disillusione è la madre della indifferenza. L’indifferenza è il terreno di coltura di ogni forma di autoritarismo. Prima che la piena ci trascini via.
Vauro