Il barbaro Salvini alla conquista della Magna Grecia (con l’aiuto di CasaPound)

Metamorfosi lega
Metamorfosi lega

E quanta gente, lunedì, ad Avellino, a sentire il nuovo vate, il Davide venuto dal Nord che ucciderà Golia, le vecchie volpi irpine e democristiane che sono sopravvissute a terremoti, Mani Pulite, prime, seconde e terze repubbliche.
Matteo Salvini il barbaro farà piazza pulita dei filosofi della Magna Grecia, i vari De Mita e Mancino? È quello che si aspettano i fedelissimi di Salvini che lunedì in massa hanno sentito il leader della Lega: «Qui non ci sono fascisti e razzisti, qui ci sono solo italiani orgogliosi di esserlo».

Gli applausi hanno sommerso la sua voce. E poco importa se la platea fosse consapevole che non era vero, che ci sono fascisti nella lista per le comunali e persino i sovranisti. A queste latitudini delle zone interne i nipotini dei “sanfedisti” del regno dei Borboni vogliono ormai ribellarsi ai fantasmi del passato – che anche se hanno vissuto tra le ottanta e le novanta primavere continuano a governare questi territori – e salgono sul carro del vincitore.

Leggi anche: Fontana, il ministro venuto dal nulla nella Verona degli ultras

 

Giuliano Bello vola basso, quasi struscia a ventre a terra. Consapevole che nella “ovattata” Avellino non serve impugnare spranghe e bastoni, o cantare gli inni fascisti.
Il responsabile provinciale di CasaPound è nella lista per il consiglio comunale di Avellino con il simbolo di Matteo Salvini. Un anno fa si candidò a sindaco prendendo lo 0,5%. Oggi spera di essere eletto al consiglio comunale. Gli parlo al telefono. È impacciato, non vuole rilasciare dichiarazioni e chiede insistentemente di rivolgersi all’ufficio stampa nazionale di CasaPound. «Questa di Avellino intanto è solo una intesa a livello locale e in particolare per il comune. Mi sono candidato – gli estorco – per i buoni rapporti anche personali costruiti in questi anni. E a livello programmatico c’è una identità di vedute sulla sicurezza, le periferie e lo spreco da ridurre».

Ma di quale sicurezza parliamo se fino ad alcune settimane fa il figlio del boss all’ergastolo, Genovese, era in discussione per entrare in lista?  Anzi, dopo un doloroso rifiuto della Lega, stava cercando di candidarsi da solo ma la sua candidatura e lista è stata bocciata anche dal TAR. «La sicurezza sulle strade – risponde il CasaPound, che in una dichiarazione ufficiale aggiunge – e siamo certi che questo comune percorso elettorale costituisca l’unica strada possibile, intelligente e cosciente per creare il futuro amministrativo della nostra città».

Ettore de Concilis è uno dei due presentatori della lista della Lega. Ha un passato politico di antica data: prima nel Fronte della Gioventù poi nel MSI e An. Il Popolo della libertà, Fratelli d’Italia e adesso Lega.
Diciamo che in Campania molti ex MSI-An sono oggi nella Lega. E dunque il partito inventato dal nulla è riuscito in pochi mesi a darsi una struttura è una forma organizzativa in grado di accogliere il popolo dei transfughi, dei reduci, dei delusi che scommettono su Salvini.

 

Leggi anche: Se i potentati del petrolio in Basilicata hanno scelto la Lega

 

«Non è vero che sul carro dei vincitori sono saliti in tanti e senza una selezione. È un carro non accessibile a tutti, tanti consiglieri regionali sono rimasti a terra». Per lui che viene dalla destra del secolo scorso, la Lega convince soprattutto su una impostazione politica: «La Lega è una forza politica euroscettica. E su questo che ci siamo ritrovati. La presenza nella lista delle comunali di un esponente di CasaPound non nasce da un accordo politico ma da una convergenza programmatica amministrativa. E non diamo un peso eccessivo a questa presenza. Un candidato su 32. Noi puntiamo su una lista aperta al mondo delle professioni, alla società. La stessa candidata a sindaco, Biancamaria D’Agostino, avvocato, è espressione di un protagonismo all’interno della società civile».

Il lato pulito della Lega si presenta nell’Avellino dei De Mita e Mancino sognando di conquistare la città. Diciamo pure di espugnarla. Chissà come andrà a finire. Intanto CasaPound sogna un consigliere.

 

Leggi anche: Toni, da Milano a Casalotti per consegnare il pane a CasaPound