CORONADELIRIUS “Va pensiero”, di Michele Santoro

CORONADELIRIUS "Va pensiero", di Michele Santoro

Va pensiero! E come no? Accetto l’invito per proporre una modesta riflessione: se il Risorgimento si fa “chiusi in casa o si muore” perché gli operai dovrebbero immolarsi in fabbrica? Certo quelli addetti alle filiere indispensabili sono come i medici e gli infermieri; ma gli altri? Sallusti dice che ha ragione Troisi: “La prima cosa non è l’amore (nemmeno quello per la Patria NdR); la prima cosa è a salute”. Forse qualcuno nel governo ragionevolmente comincia a pensare a dopo, quando a mormorare non sarà il Piave ma la pancia vuota degli italiani. Dunque ascoltare gli scienziati, che dicono cose diverse e forse hanno capito tutto e forse no, è indispensabile. Ma non basta; poi è il governo che deve decidere se è meglio chiudere l’Italia o è meglio tenere aperte le fabbriche. E se si vogliono tenere aperte, visto che niente sarà come prima, allora bisogna garantire la massima sicurezza per chi ci lavora. Caro Presidente del Consiglio, mi piacerebbe che lei si rivolgesse ai lavoratori a cui chiede di continuare a prestare la loro opera con grande chiarezza : “Ci rendiamo conto che pretendiamo da voi un sacrificio e un grande atto di generosità. Ma il Paese ha bisogno di voi per non finire in ginocchio e rischiare di non rialzarsi più. Ve ne saremo grati e mi scuso con voi a nome della politica italiana dell’ultimo ventennio che non vi ha considerato una pezza, che vi ha trattato come ricambi usa e getta, che ha calpestato i diritti che avevate conquistato con anni di lotte. Da oggi deve essere chiaro a tutti che la nostra è una Repubblica fondata sul lavoro e che poggia sulle vostre spalle”. Inoltre vorrei che lei la smettesse di intervenire a sorpresa nelle nostre vite. Ormai vi siete dati da soli la Coppa del Mondo nella battaglia contro il Virus ma un qualcosina vi resta da imparare dagli altri. Il Presidente francese, Emmanuel Macron, per esempio, annuncia con largo anticipo i suoi interventi; e lo fa quando ha già, e sottolineo già, deciso di prendere importanti provvedimenti. Inoltre per comunicare, Presidente, dovrebbe usare il Servizio Pubblico della Rai, per il quale a noi tutti viene richiesto di pagare una tassa. La Rai è in grado di fornirle quanto necessario per una comunication room da usare in qualsiasi momento e chiunque, pubblico o privato che sia, dovrebbe avere la facoltà di trasmettere il segnale. Compresi i suoi social. In questo modo sarebbe spazzata via l’accusa di usare la crisi per aumentare il numero dei suoi followers su Facebook in vista di future avventure politiche. Lei mi insegna che anche “la moglie di Cesare” deve essere al di sopra di ogni sospetto, quindi anche il suo portavoce, Rocco Casalino, deve dimostrare una buona volta che si è messo definitivamente alle spalle il Grande Fratello. E a questo proposito, Presidente, vorrei che prendesse l’abitudine di dare a turno la possibilità ai giornalisti di tutte le testate televisive, radiofoniche e della Rete di rivolgerle critiche e chiedere chiarimenti. Non ho niente in contrario a che si candidi a essere il nostro Obama se ne assume anche i comportamenti. Ha avuto il coraggio di liberarsi del fazzoletto. Può cominciare a rispondere alle domande scomode. Stamane la Stampa le ha sferrato un gancio che avrebbe messo a tappeto chiunque: ”Presidente Conte, quanto cibo c’è nel suo frigorifero”. Ma lei ha risposto da vero campione: ”Ne ho solo per qualche giorno. E’ che mi piace fare la spesa da me e non ho avuto un minuto”. Non come quella zuzzurellona della Merkel che se ne va da sola al supermercato e senza mascherina. Chi vo’ capì capisce. Tié!

23 marzo 2020