CORONADELIRIUS “L’eterno riposo”

CORONADELIRIUS "L'eterno riposo"

Quando il gioco si fa duro, i duri cominciano a giocare. Salvini e Barbara d’Urso, infatti, recitano “l’eterno riposo”. Non una semplice preghiera ma il loro contributo per trovare subito i duecento miliardi da immettere nell’economia. Nel frattempo, essendosi interrotta l’invasione, i prodotti dell’agricoltura rischiano di andare al macero per mancanza di manodopera. Una volta potevamo aspettarci che li raccogliessero i leghisti “faccio tutto mi”. Adesso meglio affidarsi al Padreterno. Ma su come trovare i soldi le idee delle forze politiche mi sembrano alquanto confuse. Su come spenderli sono, invece, tantissimi a dire la loro. Il più generoso è Beppe Grillo che è pronto ad assicurare a tutti, compreso i ricchi, un reddito generale. Solo Paragone, senatore ormai senza stelle, sembra in grado di tenergli testa. “I soldi li spargerei con l’elicottero”- ha detto. Un’ipotesi realistica. A condizione che non provochi molta confusione e che li si debba raccogliere a non più di duecento metri da casa, mantenendo un metro di distanza uno dall’altro. La Meloni, invece, è antica: “Ce li deve dare l’Europa, i soldi, se vuole dimostrare che esiste ancora”. Se avesse detto “usciamo subito dall’Unione” avrebbe fatto prima. Ma dopo tanti anni non ha ancora capito che l’Europa non è gli Stati Uniti. È un crocevia tra diplomazia, burocrazia e buone intenzioni. Come l’ONU, funziona in tempo di pace; ma se si tratta di terrorismo, della grande crisi finanziaria, di immigrazione, di Libia, di catastrofi naturali, l’Europa si squaglia come neve al sole. Fosse uno Stato vero e non un cantiere infinito a Strasburgo andrebbero i politici che contano e decidono. Non quelli che ci vanno a morire come gli elefanti. Ora tutti invocano Draghi. Mattarella dovrebbe dargli una scrivania al Quirinale in una stanza accanto alla sua. Spetta al Presidente verificare che le scelte economiche del governo siano correttamente iscrivibili a bilancio. Draghi ha ragione a dire che di soldi, a debito, bisogna metterne tanti nelle tasche esauste degli italiani. Qualcuno, però, vi dovrebbe spiegare che bisogna anche stare attenti a metterne troppi. Perché l’inflazione è necessaria per evitare la recessione; ma con troppa inflazione i salari e le pensioni non valgono più niente. Nella repubblica di Weimar per comprare il pane bisognava mettere i bigliettoni nella carriola. I soldi, insomma, vanno investiti per aiutare il Paese a ripartire e non sparsi qua e là per tenerlo chiuso in casa. Il traffico a Roma, per dire, dovrà riprendere con la giusta gradualità. Approfittiamone per rifare l’asfalto delle strade. Magari gli olandesi, che pare siano terrorizzati all’idea che gli italiani non gli compreranno i tulipani, e i tedeschi, a vederci così vogliosi di lavorare, si commuoveranno e firmeranno gli eurobond. Ne riparliamo dopo Pasqua. Fino a quel giorno, Dio salvi gli svedesi, che follemente hanno deciso di estinguersi ignorando il pericolo del coronavirus. Come ha risparmiato, (incrociamo le dita) i calabresi che casualmente, a differenza dei bresciani e dei bergamaschi, gli ospedali nemmeno ce li hanno. A Pasqua “Io resto a casa”. Vauro ci ha raccontato che anche Gesù non deve avere tutta sta fretta di uscire dal Santo Sepolcro. Risorge ogni anno, che vuoi che sia qualche settimana di ritardo! Resurrezione solo rinviata. A quando saremo tornati alla normalità. Prima o poi.

Michele Santoro, 31 marzo 2020