CORONADELIRIUS “Accendiamo i motori”

CORONADELIRIUS “Accendiamo i motori”

Non vado in tv e, lo ripeto, per i pochi che hanno la pazienza di leggermi.  Dubito che l’abbia fatto chi mi redarguisce: “ Vuoi farci uscire per farci uccidere tutti?”. Per me chi vuole può restare in casa a recitare il rosario. Non solo fino a Pasqua,  fino a Natale prossimo venturo. Ma non può farlo togliendo a me quel diritto di muovermi che la Costituzione riconosce.  A meno non si dimostri che sono io a mettere in pericolo la vita altrui.  Se io porto il cane a fare un giro intorno a casa, se mantengo le distanze di sicurezza, se faccio respirare il bambino dieci minuti fuori dall’appartamento in cui è rinchiuso da giorni (e starei, invece, ben attento a portarlo con me al supermercato), non contamino nessuno. Chi dice il contrario è un terrorista. Se poi è un politico che fa il terrorista temo che stia cercando di nascondere le sue responsabilità. Una fonte non sospetta, il professor Palù, virologo che  il Corriere della Sera definisce, intervistandolo, “uno degli studiosi italiani più considerati all’estero”, dichiara: “In Lombardia hanno ricoverato quasi subito il sessanta per cento dei casi confermati, esaurendo i posti letto”. Ma bisognava ospedalizzarne solo uno su cinque “perché la Sars ha insegnato che si tratta di virus a diffusione ospedaliera. La decisione di trasferire i malati dell’ospedale di Codogno è stata infelice”. Più chiaro di così. Ma i positivi accertati? Devono stare in completo isolamento separati dalla loro famiglia. E se non sanno di esserlo? Bisogna cercarli. Con test rapidi e tamponi (con precedenza a medici, infermieri e personale delle Case di riposo). Per farlo efficacemente bisogna  moltiplicare gli sforzi per sviluppare l’autosufficienza del nostro Paese non solo nel produrre mascherine e respiratori ma aumentando i laboratori di analisi e il personale che ci lavora. Il distanziamento sociale è stato fondamentale ma non ferma da solo l’epidemia e bisogna accorciarne i tempi  aumentando i test e i tamponi e gli studi statistici per selezionare chi dovrà muoversi per primo. Si può immaginare un Paese dove tante persone rischiano per aiutare  gli altri e tutti gli altri se ne stanno fermi a guardare? Ci sono programmi informatici ai quali si possa lavorare da casa? I dipendenti dei comuni possono fare qualcosa per accelerare il rinnovo delle carte d’identità? E per gli archivi dei tribunali  nessuna idea? I cantieri piangono. Che ne direste di rifare le strade di Roma ora che non c’è traffico con le giuste misure di sicurezza per i lavoratori? Si può chiedere ai cinesi della Cina di aiutare i cinesi di Prato a produrre mascherine in Italia? Il mio amico Massimiliano Lenzi ha intervistato l’imprenditore che ha rilevato l’Ideal Standard che ha detto: “Potevo continuare a produrre ma gli operai erano schiacciati dalla paura”. Il terrorismo dei media non aiuta a ripartire. Riguardo agli aiuti all’economia lo Stato deve muoversi subito e il contributo dell’Unione europea è decisivo ma, mentre ci sforziamo di trovare la giusta mediazione su quello che deve fare l’Europa per noi, sarebbe utile mostrare ciò che siamo in grado di fare noi per l’Europa. Nessuno può nascondere la testa sotto la sabbia. Le Assicurazioni, per esempio, devono abbassare le tariffe visto che è stato limitato il traffico e ci sono stati meno incidenti. Sky gli abbonamenti. Le bollette di acqua, luce, gas e telefono nelle case di vacanza devono considerare la proibizione ad usarle. Non contesto i limiti della libertà ma la loro minaccia di prolungarsi all’infinito,  la loro coerenza e sensatezza e chiarezza. Contesto che ci sia un primo tempo “tutti fermi” e un secondo tempo “che si torna tutti insieme alla normalità”. Il governo parla finalmente non dell’ultimo sforzo ma di “convivenza con il virus”.  Se prima si fosse impegnato a far funzionare i computer dell’Inps conviveremmo in maniera più efficace. Ma i nostri ministri in storia non li batte nessuno. E’ in matematica che hanno le lacune maggiori.

Michele Santoro, 2 aprile 2020